La biblioteca dei morti

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view post Posted on 15/4/2011, 08:43
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Will Piper, Unità furti e crimini violenti, FBI di New York. In venti anni di carriera ha seguito e risolto tutti i più importanti casi di delitti seriali: profiler abilissimo, ha compromesso la sua carriera per via di una relazione con un'avvenente collega. Un provvedimento disciplinare e una predilezione crescente per il wiskey scozzese hanno distrutto la sua immagine di uomo belloccio e di successo e la sua autostima come investigatore. è per questo che accetta mal volentieri il caso Doomsday, nonostante l'entusiasmo di Nancy Lipinski, la giovane collega che lo affiancherà nell'indagine.
Ancora una volta la città di New York deve fare i conti con un killer che si comporta in maniera anomala: prima di colpire si premura di recapitare alle sue vittime una cartolina con la data della morte e la sagoma di una bara. Oltre a questo nessun altro elemento oggettivo collega le morti. Vengono uccisi tutti in maniera diversa: a seguito di un furto, cadendo da una finestra, investiti da un'auto in fuga o per overdose. Le vittime non si conoscono, vivono in quartieri diversi, non hanno niente in comune… Eppure un mistero lontano nel tempo e nello spazio collega i loro nomi.
Isola di Wight, largo della Britannia, 1947. Il professor Geoffrey Atwood, docente di archeologia a Cambridge, nel bel mezzo di uno scavo viene prelevato dai servizi segreti inglesi e portato in un luogo sicuro insieme alla sua équipe. Il ritrovamento che ha appena fatto non può assolutamente diventare di dominio pubblico e soprattutto non può essere gestito da una nazione a pezzi come la Gran Bretagna. Al termine della seconda guerra mondiale c'è solo una potenza in grado di destinare una quota del proprio budget alla tutela di una scoperta di tale portata, sono gli Stati Uniti. E c'è un solo uomo che, anche se non è più al governo, è in grado di passare al presidente americano Truman la patata bollente, si tratta di Winston Churchill. Saranno gli Stati Uniti a gestire il progetto "Vectis", creando nel mezzo del deserto del Nevada, in una zona protetta da occhi indiscreti, il laboratorio governativo più misterioso del mondo, quella che viene comunemente chiamata "Area 51".
è proprio nell'Edificio 34 del Groom Lake, al sesto piano interrato del bunker, che lavora ogni giorno Mark Shackleton, genio dell'informatica di giorno, appassionato di blackjack nei casinò di Las Vegas di notte. Ai tempi del college aveva subito in silenzio le angherie dei suoi compagni di stanza. Solo Will Piper, colui che veniva considerato una delle menti più brillanti dell'FBI, gli aveva dimostrato un po' di amicizia, forse per questo aveva continuato a seguirlo in Tv ogni volta che un caso scottante gli veniva assegnato. Stavolta però il caso scottante era nelle mani di Mark "lo sfigato". Soltanto lui, e pochi altri al mondo, potevano avere accesso alla Biblioteca: un archivio custodito in una stanza posta a dodici piani di profondità nel deserto. L'autore di quell'opera monumentale, Octavius, era il settimo figlio di un settimo figlio, nato a Vectis, una piccola isola della Britannia, il 7 luglio del 777. Un ragazzo gracilissimo, cieco e con i capelli rossi, dotato di un potere misterioso e ancestrale che conduceva la sua mano sulla pergamena, facendogli compilare un lungo elenco di nomi e di date.
Una scrittura fluida, un impianto narrativo monumentale, un ritmo serrato, senza cali di tensione per un romanzo di esordio stupefacente. Degno dei migliori autori di thriller a livello internazionale, Glenn Cooper crea un plot di altissimo livello, che si legge tutto d'un fiato, che coinvolge e convince, fino all'ultima pagina.
 
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