TramaFragile Eternity, di Melissa Marr, è appena arrivato in Italia (Fragile Eternity. Immortale tentazione). Si tratta del terzo volume della saga sulle fate ed è il seguito di Wicked Lovely e Ink Exchange. Il libro si ricollega a Wicked Lovely, come personaggi principali, ma richiama molte situazioni e personaggi “secondari” legati ad Ink Exchange. Senza quest’ultimo, infatti, dice la stessa Marr, il terzo libro non avrebbe potuto essere scritto.
Il plot di Fragile Eternity è connesso al desiderio di diventare immortale da parte di Seth, troppo vulnerabile, troppo fragile in un mondo duro e difficile come quello fatato. Un mondo in cui è “costretto” a vivere per amore di Aislinn.
Per quanto l’idea della perdita “forzata” della mortalità, così com’è stata espressa nei libri della Marr, sia abbastanza inquietante nella sua ineluttabilità, il desiderio di Seth e le vicende che lo accompagnano costituiscono uno spunto narrativo senz’altro interessante. Peccato, però, che l’autrice “allunghi” il brodo in modo, secondo me, totalmente innecessario. Prima di arrivare al “dunque” (ma anche durante), dobbiamo sorbirci pagine e pagine di inutili ed evitabili ripetizioni e lungaggini, oltre che frequenti sospensioni dell’azione. Tutto questo “girare intorno” al non coinvolgente rapporto tra Aislinn e Keenan, viste le molte possibilità narrative offerte da altri personaggi e da altre storyline secondarie, rende parte del libro piuttosto noiosa. Ed è un peccato, perchè le possibilità di fare di Fragile Eternity un romanzo accattivante c’erano tutte. Un taglio di almeno cento pagine avrebbe sicuramente giovato alla scorrevolezza della narrazione. Ad ogni modo, poichè gli scenari che apre per i prossimi volumi sono molti e interessanti, la lettura di questo terzo libro, per chi desideri seguire compiutamente le vicende delle Corti fatate e dei personaggi ad esse legate, risulta imprescindibile.